Viversi dentro per esserci fuori

Psicologa-psicoterapeuta

Rimini
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MOBBING

26.02.2016 11:40

https://youtu.be/9RXHgtp1VPc Quo Vado : Checco Zalone scherza sul mobbing.

Con la sua capacità comunicativa Checco Zalone ha definito il mobbing in due parole… ne ha spiegato il significato e ha sottolineato il fatto che non tutti i disagi che possono essere percepiti da un lavoratore sono definibili come mobbing.

Non dimentichiamoci che…

Il termine Mobbing deriva dall’inglese e significa assediare , molestare, circondare.

Il fenomeno del Mobbing è definito in letteratura come una sorta di terrorismo psicologico praticato nell’ambito del rapporto di lavoro. Il fenomeno riguarda i rapporti interpersonali all’interno dei luoghi di lavoro, in cui una o più persone vengono rese vittime di violenze e molestie psicologiche, con lo scopo di emarginare e/o estromettere il lavoratore dall’ambiente.

Le ripercussioni, in chi ne è oggetto, possono essere pesanti e consistono in un danno alla salute psichica, all’immagine sociale e lavorativa.

In altre parole per mobbing si intendono tutti quei comportamenti che sul posto di lavoro, sono lesivi della dignità della persona sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista professionle.

A mio avviso (e non solo ) il mobbing è una patologia dell’azienda o istituzione (scuola, sanità..) , un po’ come la punta di un iceberg, il sintomo di un’organizzazione in seria difficoltà.

Il mobbing è un fenomeno dinamico che è quindi in continuo mutamento. Ege ne ha spigato l’andamento suddividendolo in 6 fasi (le sei fasi del mobbing di Ege).

 

Gli effetti sulla salute

Gli effetti sulla salute sono molteplici possono insorgere:

  • Disturbi psicosomatici (ulcere , mal di schiena , disturbi intestinali, insonnia…).
  • Disturbi emotivi (depressione, isolamento, ansia, attacchi di panico, aggressività…)
  • Disturbi del comportamento (come abuso di alcool , cibo ….)
  • Disturbi cognitivi ( mancanza di concentrazione, memoria…)

 

Il mobber può essere un superiore, un collega o un gruppo di colleghi, che utilizzano la loro posizione per eliminare una persona divenuta in qualche modo “scomoda”, inducendo, nei casi più gravi, la vittima alle dimissioni o provocandone un immotivato licenziamento.

La vittima di queste azioni, volte appunto alla sua distruzione psicologica, sociale e professionale, viene definito mobbizzato.

 

Una lettura che si può applicare al fenomeno del Mobbing è data dalla definizione di “Triangolo drammatico”, proposta nell’ambito dell’Analisi transazionale da Stephen Karpman.

 

Karpman ha elaborato negli anni sessanta questo strumento per analizzare quelli che in Analisi Transazionale vengono definiti giochi psicologici: una serie di scambi comunicativi legati più al proprio vissuto che al contesto oggettivo, effettuati da due persone in modo inconsapevole e che conducono, con modalità reciprocamente ripetitive, a vivere emozioni spiacevoli che vanno a confermare le proprie convinzioni esistenziali su di sé, sugli altri e sul mondo.

 

Egli afferma che ogniqualvolta noi effettuiamo un gioco psicologico entriamo in uno dei seguenti ruoli: salvatore, persecutore, vittima.

  • Salvatore: si entra in questo ruolo quando ci si prodiga nell’aiutare gli altri, spesso sostituendosi ad essi, quindi svalutandone le capacità di agire, pensare e gestirsi in modo autonomo (confermandone così il senso d’impotenza e d’inadeguatezza). Ci si attribuisce valore nella misura in cui siamo utili agli altri. Il Salvatore ha bisogno di Vittime intorno a sé per continuare il gioco. Nel caso del mobbing il Salvatore è quello che inizialmente viene visto come colui che ti aiuta ed è molto “gentile”.
  • Persecutore: realizza il suo ruolo attaccando gli altri, criticandoli, sminuendoli, giudicandoli, condannandoli, svalutandoli.
  • Vittima: è il ruolo giocato da chi si sente inferiore agli altri, e di conseguenza svaluta la propria capacità di pensare e di agire. Partendo da questa posizione possiamo dire che va alla ricerca inconsapevolmente di un Persecutore o di un Salvatore che assecondi e confermi la sua posizione esistenziale (spesso il mobbizzato)

 

Il fenomeno del doppio Mobbing

Passiamo al lavoro la maggior parte del nostro tempo. Di conseguenza una situazione di forte disagio come l’essere mobbizzati crea nella vita della persona notevoli difficoltà. La famiglia viene coinvolta, essendo il mobbizzato in un ruolo di Vittima, è facile che i familiari si sentano chiamati in causa come salvatori. Ad un certo punto però la famiglia cambia ruolo poiché deve proteggere se stessa dai verosimili attacchi di aggressività sia passiva (depressione , colpa , mancanza di partecipazione alla vita familiare) sia attivi (eccessi di ira).ù a questo punto la persona mobbizzata non ha più alcun appoggio e si sente abbandonato da tutti.

 

C’è soluzione?

Vivere in una condizione di disagio in ambiente lavorativo può avere conseguenze molto disturbanti e in alcuni casi patologiche per l’individuo.

I lavoratori che subiscono Mobbing necessitano quasi sempre di un intervento psicologico di supporto, che sia una psicoterapia individuale o di gruppo.

Tuttavia non va dimenticato di effettuare un intervento sull’organizzazione presso la quale la persona lavorava (in genere l’allontanamento dal posto di lavoro è inevitabile), per “curare “ le patologie aziendali.